Se pensate possa essere sufficiente “avere un sito web”, inutile dire che vi sbagliate.

Se pensate che “avere un sito web” basti a generare traffico verso la vostra pagina, vi sbagliate ancora di più.

 

Non deve solo esistere, deve anche performare e deve farlo bene! Ma come capire se lo sta facendo o meno?

 

Tanti sarebbero i fattori da tenere in considerazione, ma vogliamo semplificare l’argomento fornendovi una serie di criteri e strumenti per valutare se il vostro attuale sito può essere considerato performante o se è necessario un intervento di revisione più ampio e strutturato.

 

 

 

Quali sono questi criteri?

 

Beh, sono presto detti:

 

·       Deve rispecchiare in toto la nostra Brand Identity, e quindi comunicare efficacemente personalità, valori, servizi, soluzioni e obbiettivi al nostro target di riferimento, nella forma più adatta, fruibile, comprensibile per quel particolare target: devono contribuire a questo, fin nei minimi dettagli, i contenuti testuali, i loghi, le immagini coordinate, i payoff;

 

in particolare, è bene conferire sempre una certa dinamicità e praticità al sito stesso, soprattutto se aziendale, permettendo all’utente di compiere in maniera veloce ed immediata azioni concrete (compilare form, iscriversi a newsletter, acquistare un prodotto) per aumentare le conversioni.

 

·       Deve generare sufficiente traffico organico, quindi essere cercato e consultato da un buon numero di utenti in un determinato arco di tempo, obbiettivo raggiungibile attraverso la qualità e l’originalità dei contenuti e la loro ottimizzazione in chiave SEO (tag heading, meta descriptions, utilizzo di backlink, creazione di site-map, Url del sito con le giuste key words, alt-text di riconoscimento delle immagini, UX) per migliorare l’indicizzazione sui motori di ricerca e aumentare il numero delle query;

 

·       Deve essere mobile friendly (e in alcuni casi mobile first), quindi non solo raggiungibile, ma anche navigabile agevolmente per gli utenti che, in qualsiasi momento e ovunque si trovino, si collegano tramite smartphone, tablet e notebook;

 

·       Deve “essere in regola” dal punto di vista legale, quindi avere o dotarsi di privacy e cookie policy ben leggibili e un certificato SSL che garantisce sulla sua sicurezza e sull’identità dei suoi proprietari e gestori.

 

 

 

 

Quali sono gli strumenti per valutare le performance di base?

 

Partendo dal presupposto che a seconda del tipo di sito e dei suoi obbiettivi (sito-vetrina, e-commerce, landing page) gli approcci e gli strumenti di valutazione adottabili sarebbero i più vari, ve ne segnaliamo un paio, Google Lighthouse e GTmetrix:

 

·       Il primo effettua analisi e controlli per ognuna delle categorie stabilite, appunto, da Google, tra cui: best practices (livello di cybersecurity di librerie, database, comandi), livello di accessibilità per chi ha deficit fisico/cognitivi, progressive web app (se funziona offline con l’accesso a Internet, se restituisce un errore 200);

 

·       il secondo valuta la velocità di caricamento, fruizione, dimensione e numero di richieste delle pagine del sito e individua eventuali problemi di ottimizzazione delle risorse (immagini, file multimediali) o di configurazione del server, come la mancanza di comprensione o di cache del browser.

 

 

 

La nostra piccola ma, speriamo, utile guida all’autovalutazione del proprio sito finisce qui.

 

Su alcuni termini e concetti appena accennati (tag heading, backlink, site map, alt-text, cache, compressione) magari ci soffermeremo più approfonditamente nei prossimi articoli. Non mancate!